Quello strano Mercoledì d'Autunno
“Se non hai scoperto qualcosa di strano durante la giornata, non è stato un granché di giornata ”. Così era solito dire il fisico americano John Archibald Wheeler , e con questo metro di giudizio è impossibile esimerci dal raccontare quello strano giorno di Mercoledì 24 Ottobre 2018 nel Nord Italia. Partiamo dalle prime ore del mattino, perché chi ha dovuto svegliarsi così presto, è stato compensato da una splendida “alba di fuoco”, di un colore rosso intenso, quasi come se i 4 cavalieri dell’Apocalisse si fossero palesati improvvisamente di fronte ai primi mattinieri umani.
foto di Antonella Anita Palladini
Il fenomeno è dovuto al passaggio del Foehn , il vento caldo in caduta dalle Alpi, che è stato la causa delle alte temperature di stampo estivo registrate in tutto il Nord durante la giornata. Basta scorrere Google per capire che in quelle 24 ore si sono battuti molti record di caldo per il periodo. Quindi un fenomeno come il favonio che è normale nelle nostre regioni, negli ultimi anni provoca risultati ben al di sopra della normalità, confermando che la terra ha ormai sempre più febbre.
foto di Marco Mudu
Al termine della giornata lavorativa invece quasi tutti non abbiamo potuto fare a meno di notare uno straordinario tramonto sopra le nostre teste. Particolare coincidenza il fatto che ce ne sia stato uno similare proprio un anno fa di questo periodo. Colori che vanno dal rosso, al viola, al rosa, all’arancio, quasi fosse un arcobaleno che ci ha fatto il regalo di spargersi nel cielo. Per la spiegazione del fenomeno dobbiamo scomodare ancora i venti di Foehn che si sono divertiti a modellare le nuvole che in questo caso vengono dette lenticolari, e grazie alla rifrazione della luce ci hanno regalato questo spettacolo di colori. In particolare nell’area del milanese buona parte delle foto scattate al tramonto sono contornate da due scie ben visibili lasciate dagli aerei, che se da un lato hanno contribuito ad abbellire lo scatto, dall’altro hanno dato adito ai complottisti e alle varie teorie sulle “scie chimiche” data la particolarità della giornata vissuta.
foto di Marco Mudu
Il piatto forte della giornata resta però probabilmente “l’oggetto volante non identificato” passato sui nostri cieli proprio all’orario del tramonto. Migliaia di persone lo hanno notato, sorprese e sbigottite per quello che avevano visto, tanto che su Twitter si è subito parlato di UFO. In realtà sui nostri cieli è passato un corpo celeste, resta solo da determinare di cosa si sia trattato fra stella cadente, meteora, bolide o meteorite visto che sul web le spiegazioni sull’accaduto sono varie e talvolta variopinte. La stella cadente è una scia luminosa visibile all’occhio umano composta da polvere e roccia, che a contatto con la nostra atmosfera brucia dissolvendosi completamente. La meteora può essere considerata come suo sinonimo, se non altro che intende proprio la parte rocciosa di una stella cadente, un residuo di cometa. Con il termine bolide invece si sale di un gradino, è una stella cadente o meteora con una scia molto luminosa, lunga e persistente. Poi si giunge al meteorite quando una piccola parte dei residui di roccia raggiunge il suolo terrestre. Uno dei più impressionanti negli ultimi anni è quello abbattutosi in Russia a Chelyabinsk , di cui possiamo vedere ancora filmati amatoriali su Youtube. In quel caso l’onda d’urto ferì 1200 persone e i vetri degli edifici finirono in frantumi per il forte boato. Quando invece il corpo celeste raggiunge dimensioni tali da essere distruttivo si parla di asteroide. Ora nella fattispecie presa in esame sembrerebbe che il corpo celeste abbia attraversato da est ad ovest il Nord italiano, finendo la sua corsa al confine fra Piemonte e Liguria. La sua bassa inclinazione e la sua elevata luminosità hanno favorito così tanti avvistamenti, cosa di certo non comune quando si parla di una “normale” stella cadente e che quindi fa presupporre che si sia trattato o di un bolide o di un meteorite, stante anche la testimonianza di un leggero boato avvertito al suo passaggio. Non possiamo però sapere se vista la rilevanza del corpo celeste, piccoli frammenti abbiano concluso la propria corsa al suolo senza disintegrarsi nell'atmosfera terrestre. La sua provenienza potrebbe portarci alle Tauridi, uno sciame meteorico tipico del mese di Novembre che prende il nome dalla costellazione del Toro. La visibilità è data dal fatto che la terra in questo periodo attraversa una zona in cui si trovano i detriti di Encke, una cometa pensate un po’, disintegratasi nell’Ottocento! C’è chi invece afferma che si tratti dello sciame meteorico delle Orionidi, più pertinenti al periodo di fine Ottobre, che prendono il nome dalla costellazione di Orione e sarebbero residui della famosa cometa di Halley . C’è anche da sottolineare il fatto che se non fosse stata così grande e luminosa non sarebbe stato possibile avvistarla al tramonto, ma solo di notte. Il colore era di un azzurro intenso, con una leggera scia tendente al verde, cosa che ci permette di supporre la sua composizione fatta di ferro, magnesio, nickel e calcio. Di sicuro da queste parti è un fenomeno non frequente, vi ricordate infatti l’ultima volta che c’è stato un avvistamento di massa di questa caratura? La luna a quel punto ha deciso di non voler essere da meno, regalandoci un altro spettacolo. In tanti ci avete segnalato la cosiddetta “luna del cacciatore”, nome che deriva dalle frenetiche ultime settimane di caccia dei nativi americani, quando ancora c’era una buona disponibilità di prede e la neve non aveva ancora fatto capolino nelle sterminate pianure americane. Ma il plenilunio non era normale. Aveva uno strano alone attorno. Un fenomeno raro che consiste in nuvole alte e sottili con cristalli di ghiaccio nei pressi del campo visivo della luna, che funzionano come piccole lenti, e che all’occhio umano appare come un suggestivo alone opaco che sembra “contenere” al suo interno la luna piena stessa.
Non dobbiamo dunque stupirci se dopo tutti questi avvenimenti su Ticino Notizie è apparsa una foto relativa alla sera stessa raffigurante uno strano animale su un ramo nel Parco del Ticino. Potrebbe trattarsi di un grifone, avvoltoio europeo molto raro da avvistare da queste parti. Come ci ha segnalato un lettore, potrebbe essere un giovane in spostamento dalle Alpi in cerca di un nuovo territorio, temporaneamente transitato nella nostra pianura. Per capire la portata dell’evento, ci sono circa 5 avvistamenti all’anno all’altezza di Varese e delle Prealpi, scendendo più in basso da noi come in questo caso i numeri diminuiscono drasticamente. Tutti questi eventi hanno creato un tam tam mediatico misto alla suggestione che ogni fenomeno non comune porta con sé. Non dobbiamo dunque stupirci se ad esempio centinaia di anni fa, all’approssimarsi dell’anno 1000, i nostri avi vedendo una luminosissima cometa nel cielo e collegandola alla particolare data, credettero che la fine del mondo fosse vicina. Più di mille anni dopo siamo ancora qua, a poter vivere giornate come queste, a poter scrivere di “quello strano Mercoledì d’Autunno”.
I contenuti presenti sul sito "www.nordovestmisterioso.it" dei quali è autore il proprietario del sito non possono essere copiati,riprodotti,pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all'autore stesso. E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma. E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.