La ferrovia abbandonata della Valmorea
1912 – Presentazione del progetto per l’allungamento della linea ferroviaria sino alla Valmorea.
1916 – Il tratto che andava da Castellanza alla Valmorea venne completato, curiosamente senza una vera e propria inaugurazione perché i pensieri di tutti in quel periodo erano concentrati sulla I guerra mondiale, da poco tempo scoppiata in tutta Europa.
1926 – Dieci anni dopo la conclusione della linea italiana, anche la Svizzera terminò il tratto di propria competenza a da Stabio a Mendrisio, ora la ferrovia diventa internazionale.
1928 – L’Internazionalità della linea durò poco, in quanto Mussolini e il governo fascista decisero di far terminare la ferrovia sul confine italo-svizzero di Santa Margherita di Stabio, costruendo un’iconica cancellata che sopravvive tutt’ora. I motivi sono da ricercarsi nella gestione privata della ferrovia, in mano soprattutto a capitali stranieri, cosa che strideva con le iniziative per il controllo del sistema produttivo ed industriale italiano in atto da parte del regime in quegli anni. Inoltre la linea Milano – Chiasso depotenziava gran parte del via vai ferroviario sul neonato tratto. Il capolinea italiano venne arretrato inizialmente a Malnate, per poi subire successive riduzioni.
1952 – Cessa il servizio di trasporto passeggeri
1977 - Cessa anche il servizio merci, la Valmorea diventa una ferrovia abbandonata, un fantasma della storia.
2004 – Nasce l’associazione “Amici della Ferrovia Valmorea” allo scopo di recuperare – almeno a fini turistici – la vecchia linea oramai arrugginita e semi-distrutta.
2007 – Venne inaugurata la nuova Ferrovia della Valmorea nel tratto che va da Malnate a Mendrisio, con alcuni treni a vapore pronti ad accogliere i turisti per alcune Domeniche l’anno.
2014 - Il neonato tratto turistico viene di nuovo chiuso per agevolare i lavori della nuova ferrovia Arcisate – Stabio, ed il treno turistico percorrerà i binari per l’ultima volta il 15 Giugno.
2018 – Una delegazione di “Nord Ovest Misterioso” si è recata personalmente sui luoghi percorsi dall’ex tratta ferroviaria. Per prima cosa ci siamo diretti all’ex stazione di Castiglione Olona, dove abbiamo trovato vecchi binari arrugginiti con parte dei convogli ancora presenti e vandalizzati con scritte varie. I cartelloni che rimandano all'inaugurazione del 2007 della tratta turistica riecheggiano nell'aria in modo beffardo, mentre oramai la segnaletica marrone tipica dei luoghi d'interesse storico ci ricorda che tutto qui fa parte del passato. Un nastro arancione delimita il punto in cui i binari spariscono fra l'erba alta, mentre in altri punti riaffiorano pericolosamente fra la pista ciclabile, che è stata creata proprio come opera di riqualificazione per tutto l'ambiente circostante. Ci siamo poi spostati nei pressi del mulino del Trotto di Cagno da dove parte il sentiero per le cave di Molera e successivamente presso l’ex stazione di Malnate, utilizzata anche per il film “Banditi a Milano”. Ci troviamo fra le province di Varese e Como in una serie di paesaggi della splendida Valle del Lanza che ricordano molto quelli del Montana in USA. Da qui siamo giunti all’ex stazione della Valmorea, e durante la perlustrazione dei binari mentre ci trovavamo in un suggestivo spiazzo d'erba alta circondato da rigogliosi boschi, ci siamo accorti di non esser soli. Un signore anziano passeggiava malinconicamente fra quei binari, e ci è parso naturale andare a scambiare quattro chiacchiere con lui. Ci ha raccontato come oramai da qualche anno nessun treno turistico passasse da quei binari, e avanzando di qualche passo ci ha fatto vedere sul terreno uno spiazzo occupato dal calcestruzzo: quella era l’unica testimonianza rimasta della piccola stazione a cui era stato misteriosamente dato fuoco. Il signore ci ha poi raccontato che il destino della neonata linea ferroviaria a fini turistici era apparso fin da subito come segnato. Troppo alti i prezzi delle corse, giustificati solo in parte dall’importante investimento effettuato in fase di ripristino. Fu così che dal lato svizzero la ferrovia continua tuttora con successo a circolare, mentre dal lato italiano si è andata ad aggiungere alle tante ferrovie fantasma. Avevamo ancora una domanda da porre a quel gentile signore, volevamo sapere dove si trovasse il famoso cancello voluto da Mussolini per sospendere il collegamento internazionale con la Svizzera. L’uomo a quel punto fece cenno di seguirlo. Percorriamo alcuni chilometri in macchina e ci rechiamo assieme a lui a pochissimi metri dal confine italo-svizzero, quando ci fa cenno di seguirlo in una piccola stradina asfaltata in discesa nel bel mezzo dei boschi. Dobbiamo parcheggiare prima perché sulla strada sono ben chiari i cartelli di divieto di sosta e fermata, ben comprensibili nei pressi di un confine fra due stati. Proseguiamo a piedi e finalmente incontriamo la suggestiva cancellata ancora ben chiusa, e nei pressi ancora una distesa di binari arrugginiti e pieni d’erbacce che si perdono verso la linea dell’orizzonte, ma che sappiamo portano dove eravamo prima, cioè a Valmorea, Malnate, Castiglione Olona ed infine Castellanza. Incredibilmente a fianco della cancellata si può attraversare il confine italo-svizzero idealmente a piedi senza passare dalla dogana, e simbolicamente lo facciamo. Dall’altro lato c’è il canton Ticino e ci accorgiamo fin da subito che la musica cambia; nel paese di Stabio troviamo subito una panchina dalla vernice rossa accecante, il nome della via in rilievo, un cestino che distribuiva sacchetti per raccogliere le deiezioni dei cani ed un semaforo che sembrava appena uscito dalla fabbrica, il tutto in un contesto di pulizia ed ordine. Il tempo di qualche fotografia di rito e ritorniamo in Italia, riflettendo sul fatto che tutto ciò resta un peccato, che la riqualificazione di quel tratto era ed è possibile e che quei binari sicuramente hanno ancora tantissime storie da raccontarci e meriterebbero di vibrare al passaggio di un altro treno ancora una volta...