Il Luna Park Fantasma a pochi passi da Milano


Devo ammettere che mentre mi accingo a scrivere questo articolo mi assale una ventata di malinconia. Visitare un grosso parco divertimenti in totale stato di abbandono da anni è un'esperienza indimenticabile, per questo mi rattrista pensare che i lavori per la riqualificazione del luogo in questione non tarderanno a compiersi. Ci troviamo a Limbiate, a pochi passi dall'ex manicomio di Mombello, nel bel mezzo del parco delle Groane, è proprio qui fra questo verde che dal 1965 al 2009 molti bambini - e perché no, anche i meno piccoli - hanno potuto passare qualche ora di svago fra le innumerevoli attrazioni proposte. Del resto il progetto nel corso degli anni era divenuto assai ambizioso: Greenland, questo il nome del parco, doveva diventare per il Nord Ovest l'equivalente di quello che Gardaland era per il Nord Est. Ma come spesso accade la caduta si  è rivelata più fragorosa del successo e fu così che il cancello del parco si chiuse definitivamente per colpa di una sequela di disavventure; fra cui spiccano del presunto abusivismo, violazione delle normative sulla sicurezza, crack finanziari e varie diatribe sulla proprietà dell'area. Questi problemi hanno consegnato al visitatore un Luna Park "fantasma" rimasto abbandonato e vulnerabile ai danni dovuti all'incuria ed allo scorrere del tempo per almeno una decade. Se da un lato ciò ha contribuito a consegnare un immenso spazio al totale degrado, dall'altro ha ricoperto il parco di un fascino irresistibile per gli urban explorer, i curiosi, i fotografi ecc... smaniosi di poter magari incontrare fra le varie giostre qualche "creepy clown" che ben si presterebbe alla spettralità del complesso. Ciò però non è possibile perché il posto sebbene le vicissitudini raccontate poc'anzi rimane proprietà privata, con un custode non proprio ben disposto verso i visitatori non graditi. Per fortuna devo ringraziare l'associazione "I Luoghi dell'Abbandono" che ha permesso a molte persone di poter effettuare una visita autorizzata del luogo prima dell'inizio dei lavori di demolizione.

In uno dei precedenti articoli - quello sul manicomio di Mombello - ho scherzato sul fatto che i produttori del noto videogioco cult dell'horror "Silent Hill" si fossero ispirati ad esso nella creazione del franchise, ebbene la tesi è corroborata proprio da questo parco giochi abbandonato, che si trova a pochi km dalla struttura psichiatrica e guarda caso è presente anch'esso nella cittadina del gioco! Appena varcata la soglia del complesso campeggia ancora la sagoma della mascotte del parco, un castoro, che a dispetto dell'espressione quasi sorridente non riesce a nascondere i danni dovuti allo scorrere del tempo in stato di totale abbandono. Troviamo subito una strada invasa dalla vegetazione che con prepotenza rompe l'asfalto, come a rivendicare ora il possesso del luogo, il tutto si snoda a forma di ovale, con le attrazioni ai lati e nel mezzo di essa.



Sulla destra incontriamo il laghetto di pesca sportiva alla trota, la prima "attrazione" costruita che ha poi sancito la partenza del parco, ora provoca un accenno di sorriso vedere i prezzi con la doppia indicazione lire/euro.

Noi però abbiamo proseguito subito a sinistra il nostro tour in senso orario e ci siamo imbattuti in un suggestivo "Ok Burger" con i menù ancora ben visibili.



In questa prima parte di giro rubano l'occhio questi trenini su rotaia che si sono mantenuti in uno stato davvero ottimo considerando il contesto tutto attorno, per esempio la rotaia in alcuni punti è quasi totalmente coperta dal verde della vegetazione. 

Lì vicino si trova quella che a prima vista sembrerebbe una pista di mini-kart, destano perplessità però le barchette al suo interno, non si comprende bene se facciano parte dell'attrazione originaria o se siano state messe lì successivamente per vandalismo o semplicemente alla ricerca di una foto suggestiva.


Inquietante poi il parchetto con scivolo ed altalena, mi sono immaginato che da un momento all'altro potesse sbucar fuori la bambina di "The Ring" a terrorizzarci.



Dopo di che siamo giunti al "ristorante pizzeria bar Katanga" con ancora il bancone del bar ed alcune attrezzature presenti.







Ma la struttura più impressionante del parco sono le immense montagne russe, che destano una certa impressione soprattutto per la ruggine che le avvolge e per il senso di precarietà che si percepisce osservando l'enorme "scheletro". Suggestive sono le varie macchine immobili schierate sulla linea di partenza, sembrano attendere l'inizio di un'altra corsa che non avverrà mai.



Proseguendo nell'ovale del percorso si incontra il "saloon", l'attrazione del tiro a bersaglio che è ancora ben conservata, sono visibili le piattaforme dove venivano posizionati i bersagli, cestini, cartelloni vari e biglietti d'entrata.


Ci siamo imbattuti poi nell'autoscontro, con alcune macchinine ancora all'interno che creavano una bella scenografia per foto artistiche e anche divertenti, non avevo però gettoni per farle partire e vedendo che stranamente la biglietteria era chiusa, mi sono accontentato di salirci sopra.



Il Brucomela è l'ultima giostra che abbiamo visitato, con le carrozze perfettamente conservate ed un'espressione del bruco francamente inquietante. Sono ancora presenti sia le gallerie a forma di mela, sia il telone posto alla partenza, sebbene esso sia in molti punti perforato dagli eventi atmosferici.



Sono presenti altre attrazioni, mentre altre ancora sono state smantellate nel corso degli anni per essere ricollocate in altri parchi. In conclusione si può affermare che una gita in questo posto è stata un'esperienza fantastica, per un mix di fattori; innanzitutto è bello osservare come lo scorrere del tempo senza che l'uomo ci metta mano trasformi tutto, permettendo alla natura di "espandersi" e riprendersi ciò che una volta era suo; mentre dall'altro lato possiamo notare come gli oggetti inanimati seguano anche loro la strada dell'invecchiamento arrugginendosi, degradandosi, spegnendosi lentamente... Il tutto accompagnato dall'atmosfera che solo i luoghi abbandonati possono vantare.








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