I Misteri di Milano 3^ parte
Dipinti enigmatici, case variopinte e uccelli esotici
A questo punto è d'obbligo una visita alla splendida pinacoteca di Brera, per ammirare da vicino "Lo Sposalizio della Vergine" capolavoro di Raffaello.
Ispirata all'omonima opera di Perugino, è uno dei casi in cui l'allievo supera il maestro. Proprio sul tempio vi è la firma dell'artista, assieme all'anno di realizzazione, il 1504. Vediamo Giuseppe e Maria nel giorno del loro matrimonio alla presenza di un sacerdote ad officiare la cerimonia; il primo tiene per le mani un bastone con al culmine un fiore, mentre attorno altre persone hanno questo ramo senza quell'appendice, addirittura una persona lo rompe in preda alla ferocia. Ritroviamo i vangeli apocrifi dopo averli narrati in occasione dell'articolo su Castelseprio. Il Vangelo non ufficiale "Pseudo Matteo" e il "Protovangelo di Giacomo" ci vengono in soccorso sulla scena: "Chiunque non ha moglie, venga domani e porti un bastone". Giuseppe è quindi il prescelto, simboleggiato dal fiore. Il quadro è inoltre uno straordinario equilibrio di geometria e prospettiva che ancor oggi scatena dibattiti fra i critici dell'arte.
Nel caso vi rimanga ancora qualche energia e volete rilassarvi in un’oasi di pace non dovrete cambiar città, bensì spostarvi in via Lincoln, a meno di 2 km in linea d’aria dal Duomo, per essere avvolti dal silenzio e dai colori. Il cosiddetto “quartiere giardino” si trova non distante da piazza Risorgimento, ed è caratterizzata da una serie di villette multicolore immerse nel verde, in un silenzio che meraviglia il visitatore, incredulo di trovarsi ancora a Milano.
Sicuramente il periodo migliore per fare una passeggiata in questa zona è la Primavera, che amplifica ancor di più i colori delle casette, circondate da alberi e fiori. Qui sul finire del XIX secolo prese piede un progetto visionario, quello di voler costruire la città ideale, in cui si poteva vivere a misura d’uomo nel rispetto della natura. Peccato però che nel mezzo ci furono poi 2 guerre mondiali con i relativi periodi di difficoltà economica, e del progetto iniziale rimase realizzata solo questa via. Che dovrebbe però divenire patrimonio dell’Unesco per l’unicità del suo essere, un mix fra vicolo ligure e siciliano, in cui se si chiudono gli occhi al di là dei cortili si può quasi immaginare il mare.
Restando in tema di silenzio non ci resta che spostarci nell’omonimo quadrilatero, per assaporare la diversità di questo quartiere, con i bellissimi palazzi in stile liberty e la quiete che si respira nella zona, non contaminata dal caotico e rumoroso traffico e tran tran milanese. Poco distante dal più famoso quadrilatero della moda, in una di queste vie possiamo scorgere un meraviglioso giardino con una particolarità al suo interno. Degli splendidi esemplari di fenicottero rosa, con un’intera piscina a loro disposizione.
La villa e il giardino non sono visitabili, ma sfido chiunque passi di lì a non fermarsi per un momento ad ammirare lo spettacolo dalla cancellata. Bisogna ora svelare cosa ci faccia una colonia di fenicotteri, solitamente uccelli di stanza nelle zone lacustri o costiere, nel bel mezzo di una metropoli con più di un milione di abitanti. La villa era proprietà del signor Invernizzi, divenuto famoso in Italia per l’omonimo formaggio. Da amante degli animali fece importare dal Cile questa colonia, che nel corso degli anni si è perfettamente ambientata nel microhabitat ricreato nel giardino della villa. E’ dal 1970 infatti che si trovano qui, e osservandoli giurerei che non hanno nessuna intenzione di spostarsi per molto tempo ancora!
Nel testamento il signor Invernizzi ha lasciato scritto che un custode avrebbe dovuto prendersi cura degli amati animali anche dopo la sua morte, avvenuta nel 2004. La villa nel frattempo in mancanza di eredi è divenuta una fondazione che porta il suo nome. I fenicotteri però sono uccelli, hanno le ali, potrebbero volar via in qualsiasi momento. Forse il piumaggio delle loro ali è tosato in modo che non consente loro di prendere il volo, ma su questo sito sarebbe bello veder prevalere il lato romantico delle cose, e allora ci piace pensare che i fenicotteri restano qui per potersi far ammirare ancora dall’alto dal loro amato padrone.
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